Prodotto scheda
«Il mio primo contatto con la città di İstanbul risale al 1971. Si trattò di un incontro breve ma decisivo. All’inizio di un lunghissimo viaggio in Turchia feci sosta per qualche giorno a İstanbul, senza scattarvi alcuna fotografia. [...] Nondimeno, mentre passeggiavo alla ricerca di chiese bizantine poco note, mi smarrii nei quartieri squallidi, ma indicibilmente incantevoli, del Corno d’Oro. In quelle viuzze, fui testimone di due scene che mi colpirono profondamente. La prima fu piuttosto divertente: in un vicolo immondo, due bambini coperti di stracci si imbrattavano l’un l’altro di fango con eccitazione; i loro sguardi sprizzavano gioia. L’altra fu più drammatica. Appena qualche minuto più tardi, sul Viale Fener, vidi caricare in un dolmuş tutto sgangherato un giovane apprendista che si era ferito poco innanzi lavorando su un macchinario: viso livido, sangue misto a grasso, sofferenza, rassegnazione, solidarietà. Ebbi subito la sensazione che avrei amato questa città e che, per molti anni, mi sarebbe stato impossibile separarmene. [...]» Realizzate tra il 1972 e il 1991, le fotografie di Paul Veysseyre tracciano un ritratto senza tempo di un’İstanbul al tempo stesso quotidiana e segreta.
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ISTANBUL PORTA DELLA FELICITA'
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